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Aridatece Fanfani. Non regalate i cattolici alla destra

Non che mi convinca del tutto l’intervista di Beppe Vacca sul Corriere di oggi, anzi. Tuttavia penso che certi turborenziani pronti a ricondurre qualsiasi obiezione alle unioni civili alla caricatura-Scilipoti e a buttare tutti gli argomenti in un unico minestrone di politica e tifoseria la dovrebbero meditare, insieme all’editoriale di Aldo Cazzullo, sempre sul Corriere. E riflettere, e poi magari dirci, se per caso – proprio loro che da giovani andavano al Family day e proprio nell’era di un papa come Francesco – non vogliano riportare l’Italia agli anni ’50.

O meglio, per la verità regalare i cattolici alla destra in Italia nemmeno negli anni ’50 era successo, a dirla tutta. Che almeno Fanfani qualche buona riforma sociale di sinistra l’ha fatta.

Perché abbraccio Giorgia Meloni, e perché doveva evitare

Cara Giorgia Meloni,

prima di tutto vorrei abbracciarti e dirti che sono felice per te, e che mi dispiace per i commenti volgari che un sacco di gente stupida e cattiva, sul web e non solo, ha fatto sulla notizia che aspetti un bambino. Come se il politicamente corretto valesse solo per le donne di sinistra, potresti pensare E invece no, fidati: vale solo per chi la pensa come loro, che sia di destra o di sinistra.

Non ci conosciamo molto, ma mi sei sempre stata simpatica e ti ho sempre rispettato, nonostante – come immagini – buona parte delle cose che dici mi faccia inorridire. Sei una delle poche persone, nella politica di oggi, che dà l’idea di avere dietro una storia, di non essersi improvvisata. Sei, si vede, una che sa cosa vuol dire parlare a una piazza, volantinare alle sette di mattina, scarpinare, darsi un’ organizzazione. Sei una che non pretende di avere sempre la risposta in tasca e di saperla trovare da sola. So per esperienza di elettrice e cittadina romana, per quanto “immigrata”, che hai saputo tenerti intorno persone vere, piene di passione, militanti nel senso pieno della parola. Inoltre non ti prendi troppo sul serio, sei spiritosa sui social e sai stare in mezzo alla gente. È la politica che mi piace, anzi è la politica – al netto ovviamente dei contenuti. Continua a leggere

Stepchild adoption, il problema del Pd è l’impotenza politica

Il Pd diviso sulla legge Cirinnà è una notizia che non riesce proprio a scandalizzarmi. La materia è complessa e storicamente controversa, e anche se è vero che nelle condizioni mutate della politica e del mondo cattolico non dovrebbe essere impossibile raggiungere una mediazione, non vedo cosa ci sia da stupirsi se in un grande partito culturalmente plurale c’è qualche difficoltà a trovarla. Io, per dire, le opinioni su questo argomento le rispetto tutte. Non presuppongo la malafede e l’eterodirezione di nessuno, e anzi mi irrito quando le sento teorizzare. Le liste di proscrizione mi fanno orrore, sempre. Penso che nel Pd non ci sia nessuno “indegno di stare in un partito di sinistra”, e nessuno che vuole introdurre il far west dei diritti. Se fossi parlamentare voterei probabilmente a favore della stepchild adoption, magari chiedendo prima al mio collega Andrea Giorgis, un costituzionalista insospettabile di chiusura mentale, in cosa consistono i suoi dubbi sulla costituzionalità del testo di cui leggo oggi sui giornali. Il Pd diviso, ripeto, è un non problema, un dato di partenza: lo stesso codice etico del partito del resto riconosce la libertà di coscienza su questi argomenti. E qui vengo al punto. Il problema invece è la ormai solita, totale, disinvolta assenza da parte del Pd di qualsiasi tentativo di gestione politica di queste difficoltà. Continua a leggere