Monthly Archives: May 2014

Democratica e basta

Sulla Stampa di oggi c’è questa mia mini – intervistina. Ovviamente avevo detto più cose, ma lo spazio si sa è tiranno e io non sono così importante da meritarne molto di più. Mi dispiace solo che non ci sia la domanda che mi aveva fatto Francesca (Schianchi) su perché spesso faccio tweet “da pasionaria”, perché nella risposta avevo citato Guccini: “Se son d’umore nero allora scrivo / frugando tra le nostre miserie / di solito ho da far cose più serie / costruir su macerie, o mantenermi vivo”.
Questo sì che ci tenevo a dirlo.
“Democratica e basta” invece mi è venuto così, ma sono contenta che sia piaciuto a tanti amici. Vi prometto comunque che NON fonderò una corrente. Grazie.

20140528-113738-41858054.jpg

Tre considerazioni a caldo. E che caldo

Faccio anch’io qualche considerazione a caldo e senza pretese di completezza su questo straordinario risultato elettorale, dal mio punto di vista che conoscete: appassionatamente del Pd, appassionatamente non renziana, appassionatamente non disposta a cambiare facilmente idea. Ma oggi davvero complimenti a Matteo Renzi e al gruppo dirigente del Pd, prima di tutto. Detto questo.

1) Non è la vocazione maggioritaria 

Questo incredibile 40,8 per cento non è il realizzarsi della vocazione maggioritaria di Veltroni. Veltroni aveva in mente un bipolarismo compiuto e tendente al bipartitismo, l’Italia uscita dalle urne stanotte è l’opposto: un sistema politico che da un anno sbanda paurosamente perché si sta sgretolando uno dei due assi del bipolarismo imperfetto della seconda repubblica. Continua a leggere

Qualche dubbio sulla tattica, senza gufare. (Anzi)

1) Se la tua strategia è diffondere il panico su cosa succederà di terribile se Grillo arriva primo, perché continui a dire e a far dire che è già arrivato primo l’anno scorso, cosa peraltro che non è neanche vera?
2) Non sarà che a forza di alludere alle cose terribili che farà Grillo se arriva primo, anzi se non gli diamo un distacco di almeno enne punti, legittimiamo Grillo e quasi lo obblighiamo a prendere davvero qualche iniziativa contro il governo nel caso davvero arrivi primo o con un distacco di meno di enne punti?
3) Non sarà che l’arma “se non vinciamo si va alle elezioni” è un tantino evidentemente spuntata, dal momento che se non vinciamo vuol dire che ha vinto qualcun altro (per non parlare del fatto che non ci sono né una legge elettorale né un presidente che scioglierebbe le camere)?
4) Non è che continuare a dire che l’anno scorso il “Pd di qualcun altro” ha perso (cosa che peraltro non è neanche vera) rischia di far scappare qualche voto che invece sarebbe meglio se restasse? Perché il Pd è sempre il nostro Pd, è di tutti noi. No?

Lo dico perché io son felice se vinciamo.

Colle Oppio lo stiamo perdendo

Sono affezionata a questo parco con vista Colosseo, che è uno dei posti più belli di Roma e quindi dei posti più belli del mondo. So che già molto è stato detto e scritto da chi ha più titolo di me a parlare, ma da qualche giorno ho l’impressione che a Colle Oppio stia succedendo qualcosa, qualcosa di veloce, di terribile, di irrimediabile. Così ieri ho fatto qualche foto, perché mi veniva da piangere e qualcosa dovevo fare. Questa prima foto è per darvi un’idea della bellezza, della gente.

20140519-110751.jpg
Ho letto che Colle Oppio sarebbe “infestato” di immigrati, che questo sarebbe il suo problema. Non è così. Continua a leggere

Ciampino, che qualcuno tassista

(I fatti e le parole sono in tondo, i pensieri in corsivo)

Ciampino, nove di sabato sera. Sono un po’ stanca, ho fame e ho i tacchi, per cui penso senza neanche ragionarci troppo lucidamente: taxi. “Dove deve andare signò?”. Quando ti chiedono dove devi andare prima di farti salire, tu comincia a diffidare. Mi indica una collega, tassista donna, lei dice: “Hai spiegato alla signora?”. “No, la cliente è tua, spiega tu”. Ti cede a un’altra e c’è qualcosa da spiegare. Stai in guardia.
“Signò – fa la tassista – l’Appia è tutta bloccata”. “Evabè”, ci dovrò andare a casa in qualche modo. “Signò, c’è la notte bianca dei musei”. Musei sull’Appia?. “Evabè”. Fammi salire no? Da quando a Roma cerchiamo motivazioni culturali per giustificare il traffico? “Non ha capito signò, bisogna fà cor tassametro, se lei accetta”. Fa il gesto che posso salire. “Cosa? No”. “Cor tassametro signò, è tutto bloccato”. Ha capito che forse non abbocco, ma ormai tiene il punto. E però non sa che a me ormai mi è venuta l’ira, quella funesta proprio del Pelide Achille. “Cioè, se la tariffa fissa conviene a voi si va a tariffa fissa, se la tariffa fissa conviene a noi si va col tassametro?”. Guardali, gli altri tassisti intorno. Impassibili. Facce di marmo. Basterebbe che uno di voi. Stronzi. “Stasera è così, signò”. “Mi deve portare a casa per trenta euro. Mi ci porta o no?”. “No”. “Ciao”.
Svolto l’angolo. E adesso? Boh. C’è un pullman con scritto TERMINI. Mi avvicino dubbiosa, e mo’ questo lo sai quando parte. “Ha il biglietto signora?”. “No”. “Quattro euro. Salga che stiamo andando”.
Un po’ di traffico verso San Giovanni, non più del solito. Mezz’ora dopo ero a casa, bè quasi. Dico ma si può essere più avidi, arroganti e oltretutto stupidi? Dico ma chi la salva questa città? Dico, domani mi faccio un regalo: un regalo da ventisei euro.