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Perché abbraccio Giorgia Meloni, e perché doveva evitare

Cara Giorgia Meloni,

prima di tutto vorrei abbracciarti e dirti che sono felice per te, e che mi dispiace per i commenti volgari che un sacco di gente stupida e cattiva, sul web e non solo, ha fatto sulla notizia che aspetti un bambino. Come se il politicamente corretto valesse solo per le donne di sinistra, potresti pensare E invece no, fidati: vale solo per chi la pensa come loro, che sia di destra o di sinistra.

Non ci conosciamo molto, ma mi sei sempre stata simpatica e ti ho sempre rispettato, nonostante – come immagini – buona parte delle cose che dici mi faccia inorridire. Sei una delle poche persone, nella politica di oggi, che dà l’idea di avere dietro una storia, di non essersi improvvisata. Sei, si vede, una che sa cosa vuol dire parlare a una piazza, volantinare alle sette di mattina, scarpinare, darsi un’ organizzazione. Sei una che non pretende di avere sempre la risposta in tasca e di saperla trovare da sola. So per esperienza di elettrice e cittadina romana, per quanto “immigrata”, che hai saputo tenerti intorno persone vere, piene di passione, militanti nel senso pieno della parola. Inoltre non ti prendi troppo sul serio, sei spiritosa sui social e sai stare in mezzo alla gente. È la politica che mi piace, anzi è la politica – al netto ovviamente dei contenuti. Continua a leggere

Al Circo Massimo, un po’ come alla Festa dell’Unità

Questo post è stato scritto insieme a Stefano Di Traglia

Siamo andati a curiosare al Circo Massimo. Non ci hanno insolentito né cacciato, quindi o non siamo né Kasta né giornalisti o comunque non contiamo niente. Bene.
Tutto sommato, questa cosa del Movimento 5 stelle assomiglia molto a una Festa dell’Unità, con qualche differenza, anche a sorpresa. C’è un giornale, si chiama “il Movimento”, ma loro preferiscono chiamarlo “volantino”. C’è qualche contraddizione, gli stand dei No tav accanto a quelli istituzionali dei gruppi parlamentari. C’è molta carta, molti gadget, molta identità: “Tu chi sei?”. Niente, sono venuto a guardare. “Ma di dove sei?”. Niente, di Roma. “Ma di che circolo?”. Ma no, niente. Lo trovano strano.
Lo slogan della festa è “La buona notizia”: che, ammetterete, è molto bello e funziona. Da almeno duemila anni.
C’è la stessa musica che alle feste dell’Unità, c’è uno spirito molto simile, non ci sono stand commerciali, c’è forse più militanza e più territorio. C’è dietro, sicuramente, una struttura organizzata. E si vede. Continua a leggere