Monthly Archives: January 2017

Rottamare il telefono: un caso di psicopolitica

Scrive sul Foglio* l’ottimo David Allegranti – ed è uno scooppettino divertente, perché molto si è parlato nei giorni scorsi di messaggi e mail a cui l’ex premier non risponde – che Matteo Renzi, dopo le dimissioni, ha cambiato telefono. Nel senso di numero, ovviamente. Allegranti, che è giornalista accurato e attento, riporta anche il commento della sua fonte, un anonimo senatore renziano: “È normale – dice dunque il parlamentare – dopo una sconfitta”.

Ecco, io penso che su queste cinque righe di articolo bisognerebbe scrivere diversi tomi scientifici. Non ho ancora deciso però la materia: di psicologia o di politica. Sono incerta, per dire, tra la valutazione comportamentale di un individuo adulto che, dopo aver subito una plateale smentita, decide di rendersi irrintracciabile a tutti coloro a cui non ha voglia di parlare e quella di chi, chissà se richiesto del suo parere, si affretta a definire questa reazione “normale”. Continua a leggere

Sulla post verità, sulle bufale, sul giornalismo

Sono stata da tutt’e due le parti della barricata. Sono una giornalista e ho lavorato nella comunicazione politica. Ho fatto la portavoce e l’ufficio stampa, e la vicedirettrice di un giornale e la direttrice di un’anomalissima tv di partito che faceva ottimo giornalismo e ottima comunicazione politica. Me lo dico da sola, sì. Perché so di essere stata nel mezzo di una guerra, in cui nessuno è disposto a riconoscere niente a nessuno. Però forse ho qualche titolo a dire la mia su questa storia del dibattito sulla post verità e poi delle minacce di giuria popolare sulle bufale dei giornali e relative reazioni indignate. Che non mi convincono, né le une né le altre.

Molte cose le ha scritte Michele Fusco, su Gli stati generali. Ne aggiungo qualcuna, in modo molto poco organico perché meglio non mi viene.  Continua a leggere