Al Circo Massimo, un po’ come alla Festa dell’Unità

Questo post è stato scritto insieme a Stefano Di Traglia

Siamo andati a curiosare al Circo Massimo. Non ci hanno insolentito né cacciato, quindi o non siamo né Kasta né giornalisti o comunque non contiamo niente. Bene.
Tutto sommato, questa cosa del Movimento 5 stelle assomiglia molto a una Festa dell’Unità, con qualche differenza, anche a sorpresa. C’è un giornale, si chiama “il Movimento”, ma loro preferiscono chiamarlo “volantino”. C’è qualche contraddizione, gli stand dei No tav accanto a quelli istituzionali dei gruppi parlamentari. C’è molta carta, molti gadget, molta identità: “Tu chi sei?”. Niente, sono venuto a guardare. “Ma di dove sei?”. Niente, di Roma. “Ma di che circolo?”. Ma no, niente. Lo trovano strano.
Lo slogan della festa è “La buona notizia”: che, ammetterete, è molto bello e funziona. Da almeno duemila anni.
C’è la stessa musica che alle feste dell’Unità, c’è uno spirito molto simile, non ci sono stand commerciali, c’è forse più militanza e più territorio. C’è dietro, sicuramente, una struttura organizzata. E si vede.

La festa è fatta a forma di Italia, cioè così:

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I quadratini che vedete nella foto sono piccoli gazebo che, rispettando l’ordine geografico, espongono tutto quello che il Movimento fa in ogni consiglio comunale in cui è presente: petizioni, norme, campagne, gadget, raccolte di firme, volantini, giornali e giornalini. Sotto qualche gazebo si svolgono anche micro comizi e micro dibattiti.

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Di fronte al Nord c’è il palco grande, di fronte al Sud c’è una specie di Hyde park corner, dove a turno ogni parlamentare M5S sale su un palchetto e parla per un tot di minuti su un tema. E così è risolto pure il problema di far andare tutti sul palco in pochi giorni di festa. Qui un comizio sul turismo.

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Qui siamo allo stand dei gruppi parlamentari di camera e senato (c’è anche quello del gruppo europeo). Ovunque ci sono materiali e volantini, alle pareti sono appese queste slide piuttosto ben fatte, di carta però.

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Grillo tenta un giro degli stand, che molto ricorda il giro delle cucine del segretario, però si scoccia per il circo mediatico e sale sul palco per dire che i giornalisti dovrebbero stare nell’apposito settore. Beata gioventù.

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Casaleggio pure ha il suo bel circo mediatico (si vede il berretto ma ci è passata davanti una, mannaggia), e così Di Maio, Di Battista e Pizzarotti che tutti aspettano come una star. Il sindaco di Livorno Nogarin è più defilato, gira in camicia bianca e dà il suo numero di cellulare a un paio di militanti.

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Qui si mangia, cioè si compra da mangiare o meglio si fa una donazione ricevendo in cambio del cibo. A noi manca un po’ quel bel profumo di salsicce arrostite, un’insalata di farro non è mica la stessa cosa, eppure dire che ci sentiamo estranei no, non lo diremmo.

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