Monthly Archives: May 2016

Comunali, sfida aperta. Le partite di Roma e Milano

Ho scritto questo per i giornali locali del gruppo l’Espresso (Il Tirreno, La Gazzetta di Mantova, Il Mattino di Padova, Il Piccolo, Il Centro, La Gazzetta di Reggio, La Gazzetta di Modena, Alto Adige, Il Trentino, Il Messaggero Veneto, La Nuova Sardegna, La Nuova Venezia, La Città di Salerno e altri)

Too close to call. A poche ore dalla chiusura delle liste, e a un mese esatto dal voto, diversi sondaggi (Tecné, Ixé, Ipsos e altri, reperibili anche su internet) fotografano una situazione incerta e scientificamente non prevedibile. Nelle due “capitali” di questa tornata amministrativa, Roma e Milano, nessuno azzarda previsioni. A dire il vero, le cose stanno in modo molto diverso: a Milano si profila una sfida tradizionale, con un ballottaggio incertissimo tra centrodestra e centrosinistra; a Roma nessuno mette in dubbio la partecipazione di Virginia Raggi al secondo turno; è dietro di lei che, nello spazio di un paio di punti percentuali, combattono al buio il candidato del Pd e i due esponenti di una destra divisa. Continua a leggere

Caro Giachetti, mi spieghi adesso come faccio a votarti?

Caro Roberto Giachetti, avendo io votato alle primarie per il tuo avversario, Roberto Morassut, e avendo quindi perso dal momento che tu hai vinto, mi sentirei vincolata a votarti come sindaco. Perché questa, e tu lo sai, è la regola delle primarie: chi perde poi appoggia chi vince, se no non ha alcun senso farle ed è sleale partecipare. Giusto? Continua a leggere

Zero manifesti? No, zero idee e zero soldi. Una campagna elettorale senza partiti

Da oggi, di tanto in tanto, scriverò articoli sul quotidiano Il Dubbio. Oggi, a pagina 4, è uscito il primo.

«Guarda mamma, senza mani! ». Ricorda un po’ il bambino della bici l’annuncio di Matteo Orfini che il Pd romano, del quale è commissario, «in nome della sobrietà e del decoro» rinuncia ad affiggere i manifesti elettorali. Una scelta che ha una sua storia e le sue ragioni, ma che alimenta un terribile dubbio circa le prossime amministrative: dov’è finita la campagna elettorale? Perché al di là dei risultati questa potrebbe davvero essere una campagna “storica”, per alludere a una certa retorica politica che va di moda: la prima campagna elettorale senza i partiti. Continua a leggere

Dei rapporti di forza, ovvero del fare politica

Post cerca-guai. Vorrei parlare in generale, se ci riesco. Anche se non nascondo che lo spunto mi è venuto da diversi commenti al mio post di ieri e in generale all’atteggiamento della minoranza Pd, non solo a proposito del referendum di ottobre. Dicono dunque, in tanti: smettetela di porre condizioni a Renzi, non capite che Renzi non le accetterà? E così via: non vedete che il Pd è già il partito della nazione? Non vi rendete conto che Verdini è già in maggioranza? Queste condizioni che ponete, voi oppositori di Renzi nel Pd, sono ipocrite e fasulle. Perdete sempre. Dovreste invece fare un discorso chiaro: sì o no. Continua a leggere

Ai compagni della mozione “Bersani incomprensibile”

Post cosmico: ai compagni della mozione “Bersani incomprensibile” ricordo che Bersani ha risposto a una domanda, e ha risposto ribadendo quella che è la linea di tutta la minoranza Pd, già espressa da tutti i suoi esponenti oltre che da lui stesso: votare sì al referendum costituzionale a determinate condizioni (innanzitutto ovviamente il rispetto dell’accordo nel Pd sull’elettività dei senatori) e a patto che non diventi un plebiscito su Renzi. Del resto la minoranza Pd in parlamento questa riforma l’ha votata: può non piacere ma è così. A chi dice “ma lo è già”, un referendum su Renzi: a ottobre manca molto tempo, vedremo. Può darsi che la minoranza Pd prenda atto che la sua posizione e gli accordi con Renzi non vengono rispettati e cambi idea, oppure può darsi di no. Io non lo so. Adesso comunque conta il parere dei cittadini, non quello dei parlamentari. Quello che so è che se vi aspettate che Bersani annunci un cambio di linea politica facendo il figo da solo davanti a un microfono a margine della presentazione di un libro sulla musica popolare, vuol dire che proprio non conoscete Bersani.

Post scriptum: a questo proposito, di cosa è una notizia e cosa no, proprio ieri avevo avuto un amichevole scambio di idee con Gaia Tortora del Tg di La7, che (il tg) aveva appena detto che la minoranza Pd avrebbe votato no, e quindi se Renzi troverà al suo fianco nel comitato del Sì il solito Verdini, Speranza e gli altri staranno con Brunetta. Un bell’esempio di cosa vuol dire essere cornuti e mazziati, non c’è che dire.

Post-post scriptum: qui c’è l’intervista di Giovanni Floris a Bersani che mi pare aiuti a capire il senso del “cosmico”. Segnalo inoltre un bel post di Peppino Caldarola.