Dopo una fase di scapigliata insofferenza per le “derive politologiche” (in particolare se ascrivibili alla minoranza Pd), il Maestro Stefano Folli torna a temi a lui più congeniali lanciando un accorato appello dal sapore ultimativo, se non disperato, sui rischi dell’Italicum. Io non so se, come scrive il Maestro, la nuova legge elettorale fosse davvero “un sistema concepito per consolidare il trionfo della nuova era renziana” che ora rischia di ritorcersi contro i suoi stessi autori. Non mi permetterei mai di dirlo: che Folli è un Maestro, a me i renziani se scrivo così me menano. So però che, ben prima che i sondaggi di Ilvo Diamanti ce ne svelassero le insidie, analoghi avvertimenti (politologici s’intende) erano venuti – inascoltati per non dire disprezzati e silenziati con procedure parlamentari del tutto inedite – anche dall’interno del partito del premier.
A me pare che i fatti degli ultimi giorni confermino che quel ballottaggio nazionale è davvero una trappola micidiale per il Pd, una palla alzata pronta per le schiacciate di qualsiasi avversario si trovi nei paraggi. Perché può andare in due modi:
– o ti ritrovi contro il Movimento cinque stelle, e allora il rischio è che tutti i voti antisistema si sommino contro il sistema e finisca malissimo (Diamanti docet);
– o ti ritrovi contro il centrodestra – e sulla carta ad oggi vinci. Ma attenzione: perché se ti ritrovi contro il centrodestra vuol dire che quel centrodestra non è la scalcinata compagine di oggi, ma una coalizione che qualcuno sarà riuscito a ricompattare. Milano docet, potremmo dire qui: perché è vero che non è detto che i voti di Passera e Parisi si sommino, però è certo che Parisi dimostra che con un po’ di politica, nonostante tutto, oggi è più facile ricucire a destra che a sinistra. Il centrodestra forse non esiste più ma gli elettori di centrodestra, amici, ci sono ancora, e dubito che li rappresenti Denis “Taxi” Verdini. E certe fratture a sinistra, il più delle volte cercate, rischiano di presentare prima o poi il conto al “nuovo Pd”.
Insomma, o col nuovo bipolarismo o col vecchio, gli spazi del Partito della nazione sembrano restringersi come una trappola che si chiude intorno alla sua preda, e i sondaggi lo confermano. Per quello che valgono i sondaggi naturalmente, e le osservazioni di una gufa rosicona di giornalista.