Indice: Politica

Ricordi di gioventù, con futuro premier

(questo post è stato pubblicato su Huffington post Italia)

Quando diventò il più giovane ministro della storia della Repubblica, e decise di farsi accompagnare al giuramento dalla ragazzina dell’ufficio stampa, ragazzina che poi non era mica tanto più giovane di lui. Lui era seduto davanti e lei dietro, e per caso era pure in tailleur quella mattina. Così il corazziere quando scesero dalla macchina le disse subito: “Prego ministro, di qua”. E loro due, ridendo come pazzi: “Noooooo, eccolo il ministro!”. (continua qui )

Tutti pazzi per Marini

(questo post è uscito su Huffington post Italia)

Ho imparato da anni la regola, e la seguo: quando non ti capiscono è sempre colpa tua. Per cui mi prendo la mia parte di responsabilità (che è molto più piccola di quanto appare, solo che io ci metto sempre la faccia). Tuttavia, siccome sono molte le cose che anch’io non capisco, siccome mi chiedo se siamo tutti impazziti, siccome credo nelle parole al punto da averne fatto il mio mestiere, provo a spiegare anch’io le mie ragioni e i miei pensieri. Se continueremo a non capirci, almeno ci avrò provato. Dopodiché, se non ci capiamo più, vorrà dire che è ora di metterci a fare altro. Naturalmente io per prima. (continua qui )

Sul presidente cattolico

Non ho candidati presidenti da affossare o da difendere. Ho proprio un problema di orticaria agli argomenti disonesti. Accusare qualcuno di rivendicare posti al sole in virtù della propria fede religiosa è ignobile almeno quanto evocare lo slancio evangelico di papa Francesco per contrastarlo. Non si tratta, per nessuno nel Partito democratico, di voler andare al Quirinale per fare “il presidente dei cattolici” anziché quello di tutti gli italiani. La questione è un pochino più complessa, ed è che il cattolicesimo democratico è una delle maggiori e più ricche culture costituzionali di questo paese. È per esempio quella cultura che ha insegnato ai sindaci cattolici degli anni duemila a dare per scontato che il sindaco agisce nell’interesse di tutti e della libertà di tutte le religioni che sono professate nella sua città. È una delle culture che la Carta costituzionale, di cui il presidente della repubblica è il custode, l’hanno scritta e poi nei decenni preservata. Insieme ad altri, certo. Per cui è perfettamente legittimo dire che dopo un presidente azionista e un presidente socialdemocratico, al Colle potrebbe ora salire un presidente cattolico democratico. Oppure, naturalmente, no. Che mica siamo alle crociate. Però a leggere il pensiero di certi eredi, cadono le braccia. E viene da pensare che una certa cultura politica abbia più bisogno di altre di essere preservata e difesa, indipendentemente da chi salirà al Quirinale.

Appunto sulla Kasta (e sul Corriere)

“Ho lavorato fino al 2012 al Corsera, che ha avuto il merito di denunciare con le grandi inchieste dei Sergio Rizzo e Gianantonio Stella sprechi, malversazioni e privilegi. Fu, quella, un’intuizione giornalistica penetrante dell’allora direttore, Paolo Mieli. Ma lo stesso Corriere e il sistema dei media nel suo complesso non sono riusciti a sfidare realmente la classe politica sul piano delle soluzioni. Quelle inchieste si accompagnavano a una campagna politica che, mettendo in luce le debolezze reali del governo Prodi, puntava sui tecnici che avrebbero dovuto avere alla loro testa Montezemolo. Una grande idea giornalistica, una piccola idea politica. E alla fine, complice una politica cieca, la guerra alla Casta senza le capacità di proporre alternative reali ha generato il Movimento 5 stelle. Che ora attacca politici e giornalisti”.

Massimo Mucchetti, già vicedirettore del Corriere della Sera, intervistato da Goffredo Pistelli. Italia oggi, 11 aprile 2013

Sulle porte aperte o chiuse della Direzione Pd (SVEGLIAAAA)

Non tocca a me decidere, è inutile che mi chiocciolate. La decisione se consentire che Youdem trasmetta in diretta la direzione di mercoledì, o se la riunione debba svolgersi a porte chiuse, o ancora accessibile solo ai giornalisti attraverso un circuito interno, spetta alla direzione del pd, non certo a Youdem, che è come sempre a disposizione di ciò che il pd deciderà. È inutile anche che mi replichiate, quando vi rispondo come ho appena detto, che “potrei almeno provare a proporlo”. Se avessi qualcosa da proporre a qualcuno, qualcosa che riguarda il mio lavoro e il partito in cui, per la mia piccola parte, ricopro momentaneamente un ruolo, prenderei il mio bel cellulare, comporrei uno dei tanti numerini che ho in rubrica e proporrei. Non userei certo un social network per comunicare con gente che ha la stanza vicina alla mia al Nazareno, non manderei un tweet a persone che sento quattro o cinque volte al giorno per lavoro. In tanti, che son pronti tutti i giorni a darci lezioni su come si comunica in rete, si regolano diversamente: evidentemente son più bravi comunicatori di me. Io come stile di comunicazione cerco per prima cosa di evitare gli esibizionismi narcisi e di pensare alla ditta. Ma forse altri conoscon ditte che prosperano con la politica del “facciamo un po’ come cazzo ci pare che così andiamo sui giornali”. Io ho frequentato un’altra scuola, sono una ragazza all’antica. Continua a leggere

Habemus Inno

A me m’hanno rovinato i cantautori ma in questo caso, eccezionalmente, posso farmi rovinare da una cantautrice. Questa è “Inno“, la canzone che Bersani ha scelto per accompagnare il Pd. Credo che piacerà, credo che la sera del 25 febbraio ci abbracceremo ascoltandola, ci credo da quando l’ho sentita la prima volta. Credo da tempo che Gianna Nannini, la sua voce, la sua musica, stia bene con Bersani. Ho amato la Canzone popolare più della stagione stessa dell’Ulivo, ho creduto che non ne avremmo mai trovata un’altra così bella. Perché Ivano è Ivano, e poi c’era pure “popolare” nel titolo, che per noi che abbiamo fatto il tirocinio a piazza del Gesù non è mica poco. Ma credo che questa sia una buona scelta, che funzionerà. Ora che siamo un partito un Inno ci serviva. Ora che siamo un popolo, i popoli hanno un Inno.

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La Terza Repubblica dei democratici cattolici

(questo post è uscito sull’Huffington post italia)

Scrivo per riprendere e segnalare questo pezzo di Massimo D’Antoni per il sito Left Wing, che mi sembra davvero importante e condivisibile. E’ proprio il giorno giusto per aggiungere qualche considerazione, quello in cui da un lato come rivela l’Huffington Post la lista Monti mostra qualche imprevista difficoltà in quella che sembrava una corsa lanciata verso una nuova rappresentanza dei cattolici, e dall’altro il Pd annuncia la candidatura alle prossime elezioni di quattro figure rappresentative di quel mondo. (continua qui )

Sei forte papà. Caccia al voto (delle donne)

(questo post è stato pubblicato sull’huffington post italia)

L’operazione è spericolata, ma tanto per lui questa è la campagna della disperazione. Recuperare la stima e la fiducia delle donne italiane, per chi pure ne ha goduto tanto a lungo, è un’impresa ardita perfino per Silvio Berlusconi. Lui però ci prova: nel suo ossessivo occupare la tv, dacché ha deciso di tornare in campo, il Cavaliere privilegia con intelligenza gli orari e i format più popolari, e tra questi i più mirati sulle donne. Cerca di ricostruire il suo target, e per riuscirci deve ripristinare la favola, la storia italiana. (continua qui)

Alfano da Ruini, ma resta il no della Cei all’ex premier

(questo articolo è uscito sull’Unità di oggi)

Difficile che sapremo mai che cosa si sono detti lunedì pomeriggio, nell’abitazione dell’ex presidente della Cei, Angelino Alfano e il cardinale Camillo Ruini. Ma anche questa visita riservata, di cui nessuno doveva venire a conoscenza, è a suo modo un segno dei tempi. Non era infatti il Cavaliere a varcare la soglia di Monsignore, già regista di mille manovre e storico patrocinatore del bipolarismo a prevalenza berlusconiana della seconda repubblica, bensì il delfino sconfitto e declinante, il segretario già candidato alle primarie e ora in piena umiliante ritirata. Che Ruini abbia offerto ad Alfano la sua vicinanza spirituale, o che gli abbia suggerito qualche estremo argomento per provare a fermare il ritorno del Cavaliere, o che infine – ed è l’ipotesi più intrigante – Angelino sia andato per chiedere consiglio su qualche difficile via d’uscita per sé e per chi, nel Pdl, non intendesse rimanere sotto le macerie del “muoia Sansone con tutti i Filistei” berlusconiano, paradossalmente poco cambia: per la Chiesa italiana, il Silvio Berlusconi di oggi non è più un interlocutore proponibile. Continua a leggere

Giovani turchi, adesso c’è il manuale

(ho scritto per l’huffington post una recensione del Manuale del Giovane turco, il nuovo libro di Francesco Cundari)

Potete leggerlo perché essere un giorno un giovane turco è il vostro sogno nel cassetto, o perché volete stare alla larga dal rischio di diventarlo. Potete farvi intrigare dal sottotitolo innegabilmente interessante, “come scalare la politica italiana senza essere miliardari”. Oppure potete dargli un’occhiata solo per divertimento: possiamo garantire che non ve ne pentirete se siete dotati di un minimo sindacale di ironia o autoironia. “Il manuale del giovane turco” di Francesco Cundari (Editori internazionali riuniti, 12 euro) in tutti questi casi è il libro che fa per voi. (continua qui )