Sapessi com’è strano (concludere la festa a Milano)

(questo post è stato scritto il 7 settembre 2015)

Ieri non ho potuto seguire il discorso del segretario in diretta, però giuro oggi ho letto tutti i giornali. E tuttavia non ho mica capito cosa ha detto Matteo Renzi al comizio di chiusura. Anzi, sono molto confusa. Non so se potete aiutarmi.

1) Prima di tutto non ho capito quanta gente c’era. Nei titoli i giornali scrivono tipo “bagno di folla” o “popolo del Pd” o robe così, però poi nei pezzi c’è scritto pudicamente che l’area della festa è molto piccola e che a sentire Renzi c’era “qualche centinaio” di persone. Cioè volete dire dieci volte meno gente che a sentire Bersani a Campagnola Emilia nel luglio scorso (è un esempio eh)? No, dai. Dicono i giornali che Milano è stata una scommessa, a Milano non è facile. E però mica è piccola Milano eh. E poi non è per niente vero che a Milano “non c’è tradizione”. Io ci sono stata alla Festa di Milano. Era una festa grande, con gli stand e i ristoranti, tradizionale, etnico, valtellinese, magari non grande come Reggio o Modena ma nemmeno la più piccola festa del Pd mai vista da anni, ancora più piccola mi dicono di quelle che faceva la Magherita a Lerici o a Porto Santo Stefano. Che poi intendiamoci, si può anche decidere di fare una festa piccola, per carità: basta che poi il giorno dopo poi non dici che “il popolo” ha parlato. Ma vabbè, “bagno di folla”, dicevamo. Però il giro delle cucine non l’ha poi fatto il segretario, “per evitare rischi”, dicono sempre i giornali. Boh.

2) C’è stato questo fatto della slide. Sì, la slide “selfie-Pd” l’ha chiamata il segretario. Quella che ho postato stamattina qui sopra, insieme al commento di Andrea. sì, perché di fronte a una slide così, tutti i giornalisti avrebbero dovuto dire delle cose tipo queste:

Storytelling significa infilare questa slide in un comizio facendo credere che questo risultato sia tutto merito della nuova segreteria Pd, senza citare nemmeno con un grazie chi, ai tempi della ditta, ha contribuito in maniera determinante.
Allora:
– Guida il governo dal 2013, premier Letta, segretario Epifani
– Numero di parlamentari: elezioni politiche 2013, candidato premier Pierluigi Bersani
– Numero di regioni vinte dal Pd: ci sono tutte quelle del 2012/2013 (segretari Bersani / Epifani)
– Maggior numero di voti dal 1958: il Pd di Veltroni prese più voti in assoluto, anche se non in percentuale.
Detto questo, non è questione di maggioranza o minoranza, ma tutti sanno che quando vinci (una partita, un campionato, un’elezione, una tappa al Giro) i meriti vanno divisi con i comprimari, le riserve, i gregari, i predecessori.
Se oggi Renzi lo avesse fatto, avrebbe dato un segnale importante sulla sua idea di partito. Invece ha preferito attribuirsi meriti in parte non suoi, travisando anche un po’ la realtà delle ultime amministrative.
Però, ascoltandolo in diretta, sembrava davvero che fosse tutta roba sua.

Invece niente, queste cose le ha dette un giornalista solo, Andrea Iannuzzi appunto, direttore dei giornali del gruppo Agl. Gli altri hanno raccontato della slide, e di cosa c’era scritto, e poi hanno detto che è stata una grande prova di capacità di affascinare la platea. E mi sa proprio di sì, infatti. La platea di quelli col taccuino, soprattutto.

3) Dice che voleva volare alto, il segretario. Infatti ha parlato dei migranti, ha fatto vedere il bambino morto sulla spiaggia e poi ha detto mi pare che “non è il pd contro la destra, ma umani contro bestie”. Non mi torna mica tanto sta cosa. Mi sembra, come dire, troppo facile. Cioè, tra umani e bestie sto con gli umani eh sia chiaro. Ma io non lo sapevo che era una partita. Tra gli umani c’è tanta varietà di scelta, per dire, riguardo a come affrontare le tragedie e le contraddizioni della storia (anche tra le bestie, ma mi interessa meno). Insomma, se anche fosse il pd contro la destra ogni tanto, a me – confesso – non dispiacerebbe.

4) E infatti non ho tanto capito il messaggio, alla fine. Alle feste io sapevo che il segretario faceva il bilancio dell’anno passato e indicava la strada per il prossimo. Ieri invece Renzi ha detto che lui non molla, perché di fronte a queste immagini bisogna capire che il pd deve occuparsi dei “problemi reali” e non dei “convegni di corrente”. E i giornali hanno scritto che ce l’aveva con la minoranza pd e le sue obiezioni sulla riforma del senato. E io proprio son rimasta basita. Non tanto perché Renzi ai convegni di corrente c’è sempre andato fin da quando lo conosco (e lo conosco da parecchio tempo, e parecchie correnti); non tanto perché la sua corrente ce l’ha sempre avuta e pure adesso che è segretario organizza la Leopolda. E non tanto infine perché mi sembra che preoccuparsi di cosa ci sarà scritto nella nostra Costituzione nei prossimi anni lo sia eccome un problema reale. Ma soprattutto perché mica vorrete farmi credere che il nostro segretario ha usato in un comizio la foto di un bambino morto sulla spiaggia per fare un ragionamento che alla fine si è concluso con un attacco contro la minoranza del partito. No dai. È ovvio che è impossibile.

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