Monthly Archives: August 2012

Breve saggio sul nonhocapitismo

Definizione: dicesi nonhocapitismo una tecnica in gran voga nel mondo della politica e della rete. Tale tecnica consiste nell’imbastire polemiche sulla base non di una affermazione ma di una domanda o serie di domande, formulate in modo aggressivo, o più spesso astutamente remissivo. Nonhocapito perché Tizio ha detto questa cosa, scrive il nonhocapitista anziché semplicemente dichiarare di non essere d’accordo con Tizio e spiegare perché. Nonhocapito chi paga il tal evento, aggiunge invece di far la fatica di spiegare che dubita fortemente della trasparenza degli organizzatori, correndo oltretutto meno rischi di querela. Nonhocapito il senso di quello che sta facendo Sempronio, spiega preoccupato, facendo intendere che lui, al posto di Sempronio, farebbe tutt’altro. Continua a leggere

Eddai Pippo, ascolta Civati

(Questo è un post autoreferenziale e senza link per far capire di cosa parlo. Chi lo capisce, bene; chi non lo capisce, meglio)

Lasciamo perdere la questione se sia corretto prendere lo status un po’ greve di una signora dal parlare toscanamente colorito, copiarlo dal suo profilo personale di facebook, conservarlo per mesi e infine esporlo al pubblico ludibrio, insieme alla foto della signora stessa, sul proprio blog, quale esempio delle “contumelie che mi sono preso dai sostenitori del segretario” e del fatto che anche agli “indomiti cultori dell’ortodossia di partito” si dovrebbe chiedere “di venire a dirmele qui, sul mio blog, certe cose. Soprattutto se si tratta di dirigenti”. Continua a leggere

Sulla nuova legge elettorale, ammesso e non concesso

Devo dirvi un paio di cose che penso sulla nuova legge elettorale, ammesso che poi si faccia. Io lo sapevo che andava così. Prima tutti a dire che bisogna cambiare il porcellum, che schifo il porcellum, tutto è meglio del porcellum, se non cambia il porcellum non vado più a votare eccetera eccetera. Ora che forse c’è un mezzo accordo per cambiare il porcellum, eccoli là: è peggio del porcellum. Naturalmente il punto è: è vero, che è peggio del porcellum? Io penso di no. Ma prima voglio dire un’altra cosa. Continua a leggere

Il Papello stranierello

Già i retroscena non andrebbero mai letti, figuriamoci a Ferragosto. Lo scoop del “papello democratico” che infiamma (per poco, in attesa che cose più serie riprendano la scena) le cronache politiche, però, è troppo intrigante e paradigmatica per lasciarla passare sotto silenzio in questo blog cercaguai. Allora, ricapitoliamo.

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La Cosa bianca non c’entra col voto dei cattolici

Un’omelia del presidente della Cei invita i fedeli cattolici a impegnarsi di più in politica e i politici cattolici ad essere coerenti con la loro fede e subito sui giornali si scatena un dibattito tutto politologico: i movimenti al centro, le alleanze presenti e future, le personalità pronte a scendere in campo, addirittura la polemica sui matrimoni gay (stavolta nel Pdl, tanto per cambiare). Perfino il prossimo anniversario della morte di Alcide De Gasperi diventa argomento da retroscena. La confusione è grande, per cui forse giova ripetere qualcosa che si rischia, a furia di darlo per scontato, di dimenticare.  Continua a leggere

Sono in vacanza

Pur non facendo parte in senso stretto della “casta”, ma essendo a tutti gli effetti temporaneamente un “costo della politica”, sento di dovervi quanto segue: sono in vacanza. Resterò una quindicina dei giorni dai miei, nella mia città natale, e andrò al mare auspicabilmente tutti i giorni. Tranne la prossima settimana, in cui Youdem riposa, seguirò il lavoro della redazione grazie a computer e telefonino, ovviamente sempre acceso per le esigenze dei colleghi. Prima di adesso, quest’estate, sono stata al mare altri due week end, sempre ospite dei miei genitori, e in un altro fine settimana mi sono fermata in un albergo sulla spiaggia (a mie spese) per due notti a Senigallia, dopo che avevo partecipato a un’iniziativa alla festa democratica. Non mi lamento eh, ma non mi pare neanche di esagerare.

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I muscoli del capitano – (Titanic, 1982)

Scintillante bellezza, fosforo, fantasia: De Gregori conosce i desideri di una donna sugli uomini meglio di una donna, o forse è più bravo a chiamarli per nome. In realtà sarebbe il capitano che parla, descrivendo la nave, ma è chiaro che tu lo ascolti e pensi a lui, è lui che vedi, dritto sul cassero: il capitano. Molecole d’acciaio, pistone, rabbia, guerra lampo e poesia: questo sì ragazze, che è un uomo. Solo molti anni dopo, a un concerto di lui con Lucio Dalla, capisci cosa ci aveva messo dentro di nascosto De Gregori: la musica di Que sera sera, Doris Day, gli anni cinquanta, la bionditudine e le illusioni da ragazzina: il finale è quasi una citazione. E sospiri pensando che come Doris è un capitano quello che in fondo cerchi: un uomo con le spalle larghe, uno che cammina sui pezzi di vetro.Ma veniamo al punto. Una volta, bisogna sapere, esistevano i dischi. Parole e musica raccontavano una storia, un momento o un periodo, era qualcosa in più di una canzone. Titanic infatti non è solo una canzone, è anche un disco; un disco perfetto però. Non so cosa si pensasse del Titanic, prima (qui si faccia come se avessi scritto da qualche parte “immaginario collettivo”, che io non gliela faccio). Non era uscito il film allora, e neanche tutti quei documentari sul centenario. La storia dell’orchestrina e dell’iceberg erano probabilmente note, ma del marconista con gli occhi di ghiaccio così difficili da evitare non si sapeva ancora nulla, e neanche della ragazza di prima classe innamorata del proprio cappello; o forse sì, certe cose si sanno, e poi la prima classe costa mille lire la seconda cento la terza dolore e spavento: così vanno le navi, e il mondo. Ragazzi che partono, e mamme: che avrai dei figli da una donna strana e che non parlano l’italiano, ma mamma io per dirti il vero l’italiano non so cosa sia. Insomma, c’è tutta la vita e la storia di tutti noi in quel disco. C’è anche Caterina e non ti bastano per piangere le lacrime di tutto il mondo, e c’è Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore, e c’è Belli capelli, il romanesco trasfigurato in poesia e rimpianto. E c’è il rock anni sessanta, e le bombe a San Lorenzo e il papa con le braccia spalancate tra le rovine, e le stelle, e la luna gigante. La vecchia Europa che per provarci andava in America, e l’America che invece è venuta lei da noi. Non saremmo gli stessi, senza Titanic, bisogna sapere.

“Andiamo avanti tranquillamente”, per esempio, non sarebbe la stessa frase.

Nota a margine per il libro “Con le nostre parole” di

Matteo Orfini (Editori Internazionali Riuniti, 2012)

ChiaRagione

Chiaragione suona un po’ come Chiara Geloni, sostiene mio fratello che ha avuto st’idea. Mah.
Però m’è piaciuta. Intanto perché dalle mie parti, a Carrara cioè, quando devi dire qualcosa a qualcuno, e proprio te lo prepari anche un po’ il discorso perché insomma è ora che qualcuno le dica certe cose, allora si dice così: “Vado e gli dico la ragione”. Anzi, “ci dico”. Perché a Carrara se devi dire la ragione a qualcuno, vai e ce la dici, proprio.
Poi Chiaragione, sebbene senza punto interrogativo, è sufficientemente relativista. Insomma, è aperto il dibattito. Però qui c’è da sapere qualcosa.
Vedrete che il più delle volte avrò ragione io. Soprattutto qui, che è il mio blog. Ok, potranno esserci eccezioni ma sarà quella più o meno la regola. Perché io ci provo gusto a prendermela un po’ con quelli che hanno sempre ragione, anche se il più delle volte lo faccio col sorriso (quando non m’indigno, ok),  però ho (ci ho) questo difetto, che di quello che dico io tendo a essere piuttosto convinta.
Insomma, detesto il pensiero unico. A meno che non sia il mio.

(La foto di copertina è di Valentina Fontanella, in arte Susanita)