(Questo post è stato pubblicato su Huffington post Italia)
No però scusate, ma ossessionati da Berlusconi a chi? Io non ce l’ho mai avuta, l’ossessione. Io mi definivo una cattolica di sinistra da prima che Berlusconi scendesse in campo, sebbene fossi molto giovane, e tale mi definisco ancora adesso, vent’anni dopo, e intendo restare tale per i prossimi vent’anni almeno. Non c’entra niente Berlusconi con quello che sono.
Io in questo ventennio non ho mandato i post it, non mi sono fatta le foto col bavaglio, non sono andata in piazza con la Guzzanti e con Travaglio.
Io ho criticato, se non le condividevo, le decisioni dei magistrati.
Ho scritto articoli in difesa di Ottaviano Del Turco, arrestato da presidente della regione in carica perché uno indagato per corruzione si era fatto una foto con un sacco pieno di non si sa cosa davanti alla porta di casa sua.
Ho sostenuto che regolamentare le intercettazioni telefoniche fosse necessario e non fosse necessariamente una legge bavaglio.
Ho detto e pensato che probabilmente le inchieste e i processi sulla vita privata di Silvio Berlusconi non sarebbero andati lontano, e che comunque non avevo bisogno di quelle inchieste e di quei processi per confermare la mia opinione politica e anche morale sulla persona pubblica di Silvio Berlusconi.
Ho cercato di ragionare su questioni come la fine della vita come su questioni complesse e drammatiche, quali sono, indipendentemente dalle posizioni strumentali che via via assumeva il Cavaliere.
Ho sostenuto che sulle riforme costituzionali si dovesse dialogare con tutti, soprattutto con chi rappresentava l’altra metà del paese.
Ho apprezzato anche il patto della crostata e la Bicamerale, come il tentativo, forse ingenuo nella modalità, di trovare una mediazione, perché la cultura della mediazione è la mia cultura politica e non è l’inciucio, è Aldo Moro. Continua a leggere