A me m’hanno rovinato i cantautori ma in questo caso, eccezionalmente, posso farmi rovinare da una cantautrice. Questa è “Inno“, la canzone che Bersani ha scelto per accompagnare il Pd. Credo che piacerà, credo che la sera del 25 febbraio ci abbracceremo ascoltandola, ci credo da quando l’ho sentita la prima volta. Credo da tempo che Gianna Nannini, la sua voce, la sua musica, stia bene con Bersani. Ho amato la Canzone popolare più della stagione stessa dell’Ulivo, ho creduto che non ne avremmo mai trovata un’altra così bella. Perché Ivano è Ivano, e poi c’era pure “popolare” nel titolo, che per noi che abbiamo fatto il tirocinio a piazza del Gesù non è mica poco. Ma credo che questa sia una buona scelta, che funzionerà. Ora che siamo un partito un Inno ci serviva. Ora che siamo un popolo, i popoli hanno un Inno.
-
Recent Posts
- Qualche grosso dubbio su Berlusconi “moderato”
- La crisi del “Terzo polo” è anche un’ultima chiamata per Calenda
- Fare propaganda è legittimo ma Meloni rischia di farsi (e di farci) molto male
- Il successo della Meloni sta in ciò che noi abbiamo buttato
- Meloni, basta una donna di destra a mandare in tilt la sinistra
Tag
101 amministrative 2016 berlusconi bersani cattolici Corriere della Sera d'alema direzione pd enrico letta gianni cuperlo Giorni bugiardi governo governo renzi highlander interviste italicum legge elettorale letta massimo d'alema matteo orfini matteo renzi minoranza pd Movimento 5 Stelle partito democratico patto del nazareno pd pierluigi bersani primarie Quirinale quirinale 2015 rassegna quirinale referendum referendum 2016 renzi repubblica riforma del senato roberto giachetti roberto speranza romano prodi senato sergio mattarella sinistra stefano fassina ulivo youdem