Quando quel giorno Francesco verrà

Emozioni, ricordi, coincidenze. Quando noi eravamo “quelli di San Francesco”. Quando ci dicevamo: “Pensa se un giorno ci fosse un papa Francesco”, pensa che roba sarebbe. Pensa che roba. Quando mettevamo in scena Forza venite gente (che in piazza si va, un grande spettacolo c’è. Francesco al padre la roba ridà. “Figlio degenerato che sei!”). Quando la Francesca cantava la canzone della povertà, quanto era bella la Francesca a ventitré anni quando se n’è andata, e come cantava: “Quando quel giorno Francesco verrà”. 

Quando facevamo le prove di canto, “una pietra dopo l’altra alto arriverai”. Quando il nostro angelo custode era padre Bruno, gesuita. Quello ancora adesso, veramente. Che i gesuiti son persone serie, anche come angeli.
Quando ho sentito “Bergoglio”, che ho iniziato a esultare come al Maracanà e a gridare: “Gesuitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!”. E lì per lì non avevo neanche capito che monsignor Tauran aveva detto: “Franciscum”.

“Francesco, vai e ripara la mia casa”

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