Manca qualcuno nell’improbabile campagna anticasta del Sì

Guardavo questo tweet, e qualcosa non mi tornava.

No, non è come pensate. Non è perché questo volantino, uno dei tanti di #bastaunsì contro la “casta”, non si capisce se è un manifesto dei grillini per il No o un manifesto dei renziani per il Sì

Non è per via di questo improbabile spirito antiestablishment che soffia da palazzo Chigi, non è per l’anticasta di chi fa campagna referendaria sulla costituzione con l’elicottero di stato, non è per il sovversivismo a braccetto con Boccia e Marchionne.

Non è nemmeno per quel senso di disgustosa volgarità che, al di là di ogni considerazione politica, questi argomenti (e ne ringrazio me stessa e chi mi ha trasmesso un po’ di educazione e cultura) continuano a lasciarmi dentro.

Non è per alcune perle di grottesco, tipo averci messo, nella casta, non solo Civati ma perfino Giorgio La Malfa, uno che chi è – tra quelli che guardano il tweet – lo capiamo in tre. Non è per tutto questo che c’è in quell’immagine, no. È per quello che manca.

Insomma, pensateci. Non vi viene in mente qualcuno che in questo volantino ci starebbe benissimo? Ma sì, uno che “ha perso la poltrona e vuole solo riprendersela”. Uno che “sa che per lui è l’ultima occasione”, ma davvero. Uno che ci ha già provato a riformare la costituzione, e non ci è riuscito, e per questo adesso vuole fermare “il cambiamento”. Uno della vecchia politica, quella che non ha mantenuto le sue promesse. Uno che l’Italia nella palude ce l’ha portata, numeri alla mano. Uno che ha fallito. Uno che ha perfino “votato la riforma”, prima di cambiare idea. Uno che ha governato sul serio nel corso di questi trent’anni, mica Rodotà. Uno a cui quel “non glielo consentiremoooo!!!” che al premier piace urlare per prendere gli applausi nei comizi starebbe benissimo. Uno che porca miseria se a noi della nostra generazione “ci ha rubato il futuro”. Più di Civati mi sa. Più di La Malfa, Giorgio.

Non fate che non avete indovinato dai. Ma sì che è lui, Silvio. Silvio Berlusconi, sì. Che nei manifesti dell’anticasta renziana non c’è mai. Che non viene mai attaccato nei comizi. Che non viene mai accusato di niente, dai rottamatori. Chissà perché. Già, chissà.

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