Rassegna Quirinale/11: il nome secco (e il mondo alla rovescia)

“Troppo facile: Fassino!”. Il più veloce a twittare è stato Francesco Cundari, onore al merito. Va detto che su questo terreno anche Graziano Delrio è competitivo, ma se si cerca una personalità “dal profilo alto” allora Piero è indiscutibilmente avvantaggiato. Si cazzeggia, per non morire, in attesa che dopodomani si aprano le urne. E la notizia, sui giornali di oggi, è che il premier avoca totalmente a sé l’onere della proposta, non proporrà una terna di nomi “per non lasciare ad altri interlocutori la scelta” e giocherà tutte le sue fiches in una volta, venerdì sera o sabato mattina, proponendo un nome secco, il “suo” nome secco: prendere o lasciare. Il parlamento lo sappia: è su Matteo Renzi che si vota sabato, nel bene e nel male. Non ci saranno alibi né scuse, la scelta non sarà attribuibile a nessun altro, né in tutto né in parte. È la prima volta, a memoria, che un presidente del consiglio sceglie il presidente della repubblica (la Costituzione a onor del vero prevederebbe il contrario). Ma son dettagli, e poi c’è sempre una prima volta, si sa.

(Su questa cosa della terna i lettori di questo blog sanno che anche due anni fa non ci fu alcuna terna, ma sanno anche che è del tutto inutile insistere a dirlo, e quindi soprassediamo)

Intanto oggi è il giorno delle “consultazioni” al Nazareno. Le consultazioni, sì, quelle che di solito fanno i presidenti della repubblica al Quirinale per scegliere i presidenti del consiglio. Non vorrete mica insistere coi dettagli no? I grillini pare che non andranno perché, dicono, il Nazareno è il “luogo del delitto” e il “simbolo dell’inciucio”. E pensare che una volta era una rispettabile sede di partito. Per i militanti, davvero, son soddisfazioni queste. E immaginiamo anche per il Nazareno, che pure di sofferenze ne ha sopportate. Ma lui si sa, “imparò l’obbedienza dalle cose che patì” (Ebrei 5, 8). Quanto ai militanti del Pd, vedremo.

Rapidissimo tramonto del candidato di bandiera di Forza Italia Antonio Martino: anche Berlusconi darà indicazione di votare scheda bianca nelle prime tre votazioni. Scheda Bianca potrebbe dunque essere eletta presidente già al primo voto (e sarebbe la prima donna al Quirinale), sempre in omaggio all’articolo 83 della Costituzione, come scrivevamo qui.

In un colloqui con Claudio Cerasa sul Foglio, il sottosegretario renziano “di ferro” (cit.) Angelo Rughetti fa l’identikit dell’uomo giusto, e lo fa senza troppe false diplomazie.
“Basta con questa storia della caratura internazionale. Togliamoci questa mentalità subalterna tipica di una parte politica ed eleggiamo un presidente per gli italiani e non per le cancellerie. (…) Non abbiamo bisogno della pacca sulla spalla di nessuno”.
Assertivo come si addice a un vero renziano “di ferro”, il sottosegretario purtroppo dimentica che il motivo forse principale per cui due anni fa i renziani si rifiutarono sdegnati di votare per Franco Marini era proprio la considerazione che Marini non aveva “caratura internazionale”, come può documentare anche la più veloce delle ricerchine su Google. Altri tempi. E soprattutto: dettagli.

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