Ieri sera, cosa che non faccio spesso, mi sono vista – in quanto era ospite un noto ex segretario di un partito a me caro – tutta una puntata di un noto talk show, quello del Piubravoditutti, e ho pensato delle cose che avevo già pensato anche altre volte. Da anni, mi pare proprio per iniziativa del Piubravoditutti, che è il più bravo di tutti davvero, è invalsa la prassi di suddividere i giornalisti ospiti in “giornalisti seduti di qua” e “giornalisti seduti di là”. La prassi è invero discutibile, nel senso che meriterebbe di discuterne, anche se magari poi alla fine si potrebbe anche concludere che in fondo è giusta: ognuno è responsabile di quello che scrive e di dove si siede, se gli fa piacere sedersi. Io sono abituata a far capire chiaramente e onestamente da che parte mi siedo, per esempio, e non mi sento per questo meno giornalista di altri (che però fuori dallo studio del Piubravoditutti si offendono se gli dici che stanno seduti da una parte o dall’altra: vabè). Tuttavia, discutibile o no, non mi pare che nessuno, soprattutto di quelli a cui capita più spesso di essere invitati a sedersi di qua o a sedersi di là, tale prassi abbia mai messa in discussione o contestata. Ormai lo fanno tutti, più o meno, e va bene. Però appunto, pensavo. Continua a leggere
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