Nel mio ostinato e militante adalemismo – né dalemiana né anti, come spiegavo qui – di una cosa non mi capacito, nell’assistere alle crisi di nervi variamente intense che le interviste di D’Alema provocano: dell’assoluta inconsapevolezza della ribaltabilità di un certo argomentare.
Insomma, D’Alema non dovrebbe osare parlare di Renzusconi e criticare i patti tra Silvio e Matteo, perché lui è l’uomo dell’inciucio e della Bicamerale. Benissimo. Invece voi, ricapitoliamo: voi grondate indignazione da vent’anni per una crostata a casa di Gianni Letta che produsse un patto con Berlusconi sulle riforme istituzionali, poi saltato, raccontato da subito per filo e per segno dai giornali, tradotto in emendamenti la mattina dopo in una commissione bicamerale, stipulato alla presenza di tutti i principali leader politici dell’epoca. E mo’ vi piace Renzi. Boh.