Ho scritto questo per i giornali locali del gruppo l’Espresso (il Tirreno, la Gazzetta di Mantova, il Mattino di Padova, il Piccolo, il Centro, la Gazzetta di Reggio, la Gazzetta di Modena, Alto Adige, il Trentino, il Messaggero Veneto, la Nuova Sardegna, la Nuova Venezia, la Città di Salerno e altri)
Torna il Renzi 1, basta mediazioni e basta primarie, ha tuonato ieri il premier su diversi quotidiani. Ora, non è chiaro cosa sia il Renzi 2. Tutte queste mediazioni, all’esterno, non si sono viste. Non quando si portava consapevolmente in aula, in anticipo sul calendario, una riforma elettorale che tutti sapevano avrebbe spaccato il Pd (e alla luce dei risultati dei ballottaggi forse si capisce meglio perché molti nel Pd consideravano pericoloso il doppio turno-roulette russa dell’Italicum). Non quando la si approvava con ben tre fiducie. Non quando si sostituivano in commissione, avvertendoli con un sms, una decina di deputati contrari alla riforma. Non quando si liquidavano con un’alzata di spalle le dimissioni di un capogruppo. Non quando si insisteva con una riforma della scuola sgraditissima a insegnanti e studenti. Non quando il governo si rifiutava perfino di ricevere ufficialmente i rappresentanti della protesta, demandando il compito ai dirigenti di partito e confezionava un video il cui messaggio agli insegnanti sostanzialmente era “non avete capito niente”. Insomma, non è chiaro rispetto a quali mollezze del Renzi 2 debba cambiare rotta il redivivo Renzi 1. Ma soprattutto, è davvero difficile immaginare il Renzi 1 che dice: “Ora basta primarie. Dipendesse da me, la loro stagione sarebbe finita”. Continua a leggere