“Tu non dovresti schierarti”. (Per fatto personale)

So di averne già parlato. So anche che manca poco e poi per fortuna sarà finita, Bersani avrà vinto le primarie e si potrà guardare avanti sperabilmente (per quanto mi riguarda) tutti insieme. Ma sono fatta così, non so resistere alle tentazioni. E non so non reagire agli insulti. Allora, un piccolo sfogo, e qualche domanda per chi ha voglia di rifletterci su: su twitter, dove lo spazio per discutere è quello che è, spesso – non sempre gentilmente – mi viene contestato non tanto quello che dico e penso sulle primarie del centrosinistra, ma il fatto stesso di dirlo. Tu non dovresti parlare così, è la sostanza al netto di qualche ingiuria da social, tu dovresti essere imparziale perché sei un dirigente politico. Oppure, mi dicono, tu non dovresti schierarti perché dirigi la televisione del Pd. 

Ora: premesso che in quanto dirigente politico, ammesso e non concesso che il direttore di Youdem lo sia (forse sì), io ritengo mio dovere non insultare MAI nessuno e garantire sulla televisione che dirigo spazio alla campagna di tutti i contendenti, e sono certa di rispettare e aver sempre rispettato questi doveri: si può sapere in base a quale ragionamento, a quale idea della politica, la gente possa essere indotta a pensare che la caratteristica di un dirigente politico debba essere la neutralità? A me risulta che i dirigenti politici siano gente che si schiera, che combatte, che rischia, che vince o perde. Che ha un seguito in virtù del fatto che le cose che pensa e che rappresenta sono convincenti e vengono comprese dalla gente, oppure no. Qual è invece la politica che vi piace e che riterreste buona? Pensate che esista una politica “oggettiva” e “neutrale”? Di che cosa è figlia questa idea che avere delle opinioni e sostenerle, essendo disposti a pagare le conseguenze di ciò che si sostiene, sia una brutta cosa, di cui doversi giustificare? Questa idea che le opinioni, se uno le ha, debbano essere dissimulate? Questa fissazione che non si possa sfottere, argomentare, contestare, discutere, difendere la propria parte rimanendo corretti? Non è forse, questo coraggio di accettare la sfida senza calcoli e senza paracadute, la dote principale che viene unanimemente riconosciuta sia a Bersani che a Renzi fra l’altro? Non è quello che fa belle le primarie e fa crescere il centrosinistra nei sondaggi?

Dirigo la televisione del Pd, sì. Mi ha nominato Bersani, che è ancora segretario del Pd, e continuerà a esserlo per un anno, comunque vadano le primarie (che non sono le primarie del Pd e non servono a scegliere il candidato del Pd). Bersani, con cui lavoro da tre anni, è il candidato del Pd alle primarie. Ci sono altri candidati del Pd, ai sensi di una norma temporanea introdotta appositamente dello statuto, e poi altri candidati non del Pd. Chi dovrei sostenere? Meglio: perché non dovrei sostenere quello che sostengo? Qual è il motivo dello stupore se il direttore della televisione del Pd sostiene il segretario del Pd? Perché avrei dovuto accettare di dirigere Youdem e collaborare con Bersani se non perché avevo fiducia in lui e speravo in un successo politico della sua segreteria? Perché dovrei aver cambiato idea adesso? Che cosa c’è di offensivo verso gli altri candidati? Che cosa c’è di sorprendente?

Lo so, l’ho già detto (per l’esattezza qui). E non sto scrivendo questo post per ripetermi. Ma per provare a comunicare lo sconcerto di scontrarmi ogni giorno sempre con la stessa, insensata, obiezione: tu dovresti essere neutrale. Di che cosa è frutto questo argomento? Strategia di trolling? Rigetto di anni di politica malata e di scontro esasperato? Incapacità o desuetudine alla battaglia politica a viso aperto, al rischio, alla sfida leale? Che cosa c’entra questo argomento con le primarie e con l’apprezzamento che ovunque le primarie sembrano riscuotere?