Già i retroscena non andrebbero mai letti, figuriamoci a Ferragosto. Lo scoop del “papello democratico” che infiamma (per poco, in attesa che cose più serie riprendano la scena) le cronache politiche, però, è troppo intrigante e paradigmatica per lasciarla passare sotto silenzio in questo blog cercaguai. Allora, ricapitoliamo.
Lo scoop del Foglio esce giusto giusto il 14 agosto. C’è tanto di foto del “papello”, quindi l’esistenza di un patto di sindacato tra i grandi del Pd, così recita il titolo, è dimostrata. Non è su carta bollata ma su carta unta, quella di una tovaglietta da ristorante per turisti, scritta a mano: Bersani Chigi, Bindi vice, Veltroni camera, D’Alema esteri commissario europeo (si suppone sia caduta una “o”), Letta sviluppo, Franceschini segretario. Il “patto di sindacato” su cui i capi dem “sono già tutti d”accordo”, riferisce un trionfante Claudio Cerasa. È scoop. Il giorno dopo, per il cronista fogliante, è la consacrazione. Il suo pezzo è ripreso da Libero e Fatto quotidiano – come dire dall’Alpi alle Piramidi del giornalismo nostrano. E siccome ognuno ha il suo stile, e quello del Foglio non ce l’hanno tutti, per il giornale di Padellaro la notizia diventa “i democratici si sentono già al governo e hanno già spartito le poltrone”, che a dire poltrone si dà sempre una bella soddisfazione ai grillini; per quello di Belpietro, visto che ognuno ha le sue ossessioni, “Bersani lascia il Quirinale a Casini”, com’è evidente visto che la casella in questione è rimasta vuota nel documento ufficiale trasteverino.
E però a guardare bene il buon Cerasa ha fatto il furbo, e forse non solo lui. Analizziamo. Intanto lo scoop non è proprio inedito, e questo per uno scoop non è un difetto da poco. Addirittura il 20 aprile scorso Maria Teresa Meli, senza la prova fotografica e senza chiamarlo papello, ha già messo in pagina sul Corriere un “organigramma” davvero molto simile a quello rivelato dal Foglio. Ma nessuno in questo Ferragosto giornalistico se ne ricorda (ognuno ha le sue ossessioni, e anch’io). Poi nel frattempo Bersani ha parlato varie volte delle sue intenzioni per il governo che si candida a guidare, e fra le altre cose lo ha fatto qui, in una megaintervistona ad Aldo Cazzullo il 19 luglio sul Corriere, dove dice precisamente il contrario di quello che il papello gli attribuisce: nel 2013 al governo ci andrà una nuova generazione. E non ci saranno i ministri del tempo dell’Ulivo. Affermazioni tanto forti che a via Solferino ci hanno fatto il titolo, anche se nel colloquio si è parlato di molti temi. Ma si sa, che cosa volete che conti quello che dice un politico? Non vale la pena neanche di citarlo in un pezzo che parla delle intenzioni di quel politico. Non si mette proprio a verbale.
E poi cosa può un’intervista al Corriere di fronte alla poderosa realtà fotografica di un papello autografo? Ma leggiamo il pezzo di Cerasa. Lui non è solo un simpaticissimo collega: lui è fantastico, bravissimo. Riporto solo alcune frasi: “tra una briciola di pane e una chiazza d’olio il ‘documento’ vale quello che vale”, ammette la fonte, e però lo fa “contestualizzando il tutto all’interno di un ragionamento che un suo fondamento politico ce l’ha, eccome se ce l’ha”. Un suo fondamento politico, ecco. Ma sentiamo ancora la Gola Profonda de Trastevere: “in alcuni casi si tratta di promesse esplicite, in altri di semplici richieste, in altri ancora di singole offerte. Puoi prenderlo come vuoi, questo Papellum” caro Cerasa, e caro lettore: insomma, non vale niente, manco la carta unta su cui è scritto. E tuttavia “per capire qualcosa su quello che sta succedendo in questi mesi nel Pd è davvero difficile non partire da questi nomi”. Maddai. E io che volevo parlare un po’ del Pd a prescindere da Bersani, Bindi, Letta, D’Alema, Veltroni e Franceschini: dite che non è il caso eh?
E così via. Insomma, se anche un lettore del Foglio mandasse a Cerasa un messaggio che dice: “ok, se va così ti pago da bere, ma se non va così mi offri da bere tu” (e io son stata tentata di farlo, perché Cerasa è simpatico e bere mi piace), lui potrebbe benissimo, senza rinnegare niente di quello che ha scritto, rispondere: “e perché, io mica ho scritto che andrà così”. Pezzo insmentibile. Perfetto.
Insomma lo scoop non è uno scoop e la notizia non c’è nemmeno tanto. Resta una terza questione, che è un po’ più seria e un po’ più politica, ed è quella della fonte. Qui non so onestamente dire quanto Cerasa si faccia prendere la mano e quanto si spinga su un terreno insidioso, ma c’è un problema. In un profluvio di dettagli inutili e probabilmente fasulli – che come ogni buon giallista Cerasa sa che non c’è niente di meglio che aggiungere molti particolari per confondere le idee – in mezzo tra lo zucchero di canna e la Montblanc, tra una chiazza d’olio e una dichiarazione di Morando – nel pezzo ce ne sono un paio che FANNO CAPIRE CHI E’ la fonte. Che non possono che riferirsi a una certa persona, che nell’ambiente verrà riconosciuta. È una cosa che non si fa, mai. Che non deve avvenire, nemmeno per caso. Questa persona fra l’altro non ha alcun interesse a fare rivelazioni di quel tipo a Cerasa. Perché una notizia come quella – un po’ vecchiotta e un po’ farlocca – se presa sul serio non può sortire che un esito: dare argomenti a chi si oppone alla leadership di Bersani, nel Pd e fuori, e toglie forza al suo disegno più volte dichiarato di rinnovare la classe dirigente del Pd. Quindi, o la fonte alla quale siamo indotti a pensare è una persona politicamente sciocca, oppure Cerasa, volontariamente o inavvertitamente, vuole farci credere che la “notizia” arriva da una certa parte, magari perché non pensiamo che viene da un’altra. Questo però sarebbe molto scorretto, anche se non voglio scomodare le macchine del fango per un retroscena agostano. E poi so che Cerasa scorretto non è. Però è imbarazzante, fastidioso. La cosa più fastidiosa dell’articolo.
Leggo con molto ritardo e noto con qualche amarezza che non hai letto il mio commento. Il papello bis-unto non è verosimile perchè a me non assegna alcun posto-ombra di sottosegretario, è una prova dirimente peggio della pistola fumante. Me l’hanno già promesso tutti e lo manterranno come l’altra volta, mi spiace per Cerasa (che da noi significa Ciliegia, forse Mastro).
Per la bevuta suggerisco del “Cerasuolo”…
condivido tutto, pure su facebook. Mi sa pure che ho capito chi è la fonte.
saluti
chiara,
sai come la penso sui retroscena, vero?
http://nonunacosaseria.blogspot.it/2012/07/il-meraviglioso-mondo-di.html
fra un annetto lo rileggeremo e…
ps. ora, per quadrare il cerchio, bisognerebbe che qualcuno facesse un retroscena sul tuo post. non so, una cosa del tipo “la direttrice di youdem tenta una bevuta galeotta con il retroscenista fogliante”.