E va bene, razionalizzatelo sto Pd. Però diteci la verità

I numeri sono numeri, e quelli sugli iscritti e i circoli del Pd che riporta Tommaso Ciriaco su Repubblica di oggi, in un articolo precipitato rapidissimamente nella parte bassissima del sito del giornale, lasciano poco spazio ai dubbi: sono numeri da allarme rosso. Quando nell’autunno dell’anno scorso Goffredo De Marchis sullo stesso giornale aveva pubblicato dati allarmanti sul tesseramento del 2014, la segreteria del Pd aveva smentito con sdegno, affermando che non c’era nessun calo. Un anno dopo, la strategia è cambiata. Nessuna smentita stavolta, bensì una rivendicazione: “Stiamo razionalizzando il quadro”, dice Guerini.

Va bene allora, razionalizzatelo sto partito. Puntando, s’intende, “su una struttura più light”, che fa fino e non impegna, e poi c’è sempre la società civile o un bel prefetto che spunterà fuori al momento buono. Basta che però alla prossima discussione – sapete, quando si parla di cazzate su facebook come dice il nostro presidente – non ci venite a rispondere come rispondete di solito: che in fondo è sempre stato così, gli iscritti sono sempre diminuiti e l’organizzazione di partito in stile anni 50 non ha più senso.

E no, amici. Numeri così non ce ne sono stati mai. Un crollo di partecipazione e militanza come questo non si è mai visto, con nessun segretario. E qualunque gruppo dirigente, di fronte a un fenomeno come questo, metterebbe in crisi se stesso o sarebbe messo in crisi dalla base, o comunque dall’opinione pubblica e dai commentatori. E poi no due volte, perché a voi questa situazione va bene. Quindi non venite a dire che è un fenomeno inarrestabile. Può darsi, ma c’è chi ad arrestarlo ci ha provato (non provando a restaurare gli anni 50, quelle sì che son cazzate vere, ma studiando una forma di partito nuova, che tenesse insieme le primarie e la militanza, internet e le feste dell’unità, eccetera eccetera) e chi invece lo asseconda e lo incentiva, razionalizzandolo. Assumetevi le vostre responsabilità, e dite che a voi il partito organizzato non interessa, che vi bastano la tv e twitter, i manager e i prefetti. Invece di fare la caricatura degli altri, scambiando Nico Stumpo per Pietro Secchia e Pierluigi Bersani per un aspirante Fanfani, diteci voi con onestà qual è la vostra idea di “comunità politica”, come vi piace chiamarla, e con quale metodo intendete gestirla, magari facendo qualche esempio concreto che si chiami Napoli, Roma o Milano.

Poi magari con calma spiegateci anche per quale cavolo di motivo volete che sabato e domenica prossima facciamo i banchetti per strada, se è questa la vostra, razionalizzatissima, idea di militanza; e soprattutto chi pensate che li faccia, sti banchetti, se non quel poco di militanti che resistono ancora.

p.s.: possibilmente se potesse spiegarcelo Matteo Renzi, che l’anno scorso smentì a sua volta Guerini: “Il problema esiste“. Poi però dev’essersi dimenticato che in quanto segretario del Pd se il problema esisteva, era suo.

One Response to E va bene, razionalizzatelo sto Pd. Però diteci la verità

  1. nonunacosaseria

    avendo un po’ di esperienza da militante, dico che la percentuale di gente che si impegna vaga – perlomeno dalle mie parti – attorno al 10-15% degli iscritti. per cui, è inutile avere dieci circoli da 100 iscritti l’uno, perché poi succede come a quello in cui ero iscritto io: sempre le solite 8-10 persone (quando andava bene) che parlano sempre delle solite tre questioni sempre con la solita sensazione di già sentito, con la consapevolezza di non contare un tubo (soprattutto se nel territorio comunale sei all’opposizione), sapendo già che se la discussione travalica i confini del circolo (parlando chessò di terrorismo internazionale o legge di stabilità) va a finire nei discorsi da bar. e alla fine la morale della favola è che il circolo si riunisce una volta o due l’anno. per cui, ben venga la riorganizzazione.
    la seconda cosa che mi vien da dire è che non si capisce perché uno debba iscriversi al PD: dal 2012 in poi organismi dirigenti e candidati sono stati scelti con le primarie aperte, il parere del militante diligente e operoso è contato quanto quello del primo che passava per la strada.
    dirò di più: a meno che uno non sia stato folgorato sulla via di Rignano, chi glielo fa fare di iscriversi a un partito in cui se non è allineato è un gufo rosicone conservatore di rendite di posizione?

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