Ne potrei dire tante, ma forse è meglio di no. C’è una cosa però che proprio mi lascia sbalordita in questo finale della vicenda Marino. Ed è che per “convincere” i consiglieri comunali del Pd a firmare le dimissioni è stato detto loro che chi non firmava non sarebbe stato ricandidato.
Dunque il commissario del Pd romano, alla vigilia del processo per Mafia capitale e dopo il fallimento di questa esperienza amministrativa della città, in mezzo alle macerie del partito, ha garantito a tutti i consiglieri uscenti la ricandidatura. Dunque mentre si cerca un candidato sindaco che faccia il miracolo, magari proveniente dalle fila dei nostri avversari o meglio dirttamente dalla Luna, si apprende che la proposta del Pd alla città sarà la ricandidatura di tutti – TUTTI – i consiglieri comunali.
Squadra che vince non si cambia, insomma. Ma allora a cosa è servito commissariare il partito di Roma scusate? Solo a dividere i circoli in buoni e cattivi, scoraggiando e mortificando anche i militanti buoni? Solo ad avere un sicario che ammazzasse Marino? Per il resto tutto bene? Ho idea che la campagna elettorale per le comunali non stia iniziando col piede giusto.