Lettera a Orfini sul complesso del caminetto

Caro presidente Orfini, leggo sul Fatto quotidiano che per la centesima volta, ieri sera da Floris, hai sostenuto che nel Pd di Bersani, quando tu stavi in segreteria, decidevano tutto in pochi “nei caminetti” dei capicorrente scavalcando la segreteria. A me dispiace, caro Matteo, che tu abbia introiettato questa idea di non contare niente nonostante fossi in segreteria nazionale. Peraltro all’epoca non mi sembrava che tu fossi particolarmente sfiduciato, remissivo e umile quando c’era da dire la tua.

Io tutti questi caffè alle otto di mattina di Bersani coi big delle correnti non me li ricordo, ma forse è perché noi giornalisti abbiamo il vizio di andare in ufficio tardi. Però sicuramente ce ne saranno stati eh. Perché vedi, tre o quattro anni fa, per i militanti del nostro partito, il parere di D’Alema, Franceschini, Bindi, Veltroni contava qualcosa (adesso non so, ma non darei per scontato niente: potrebbe essere imprudente). Il segretario lo sapeva, e ogni tanto, guarda un po’, li ascoltava. So che il concetto è difficile da afferrare: un segretario che ascolta gente che non fa parte del suo cerchio magico. Però si può dirigere un partito anche così, prendendosi qualche caffè ogni tanto con le personalità più autorevoli, anziché mandare i messaggini con scritto “li asfalto” ai giornalisti ed espellerle dalle commissioni parlamentari, le personalità più autorevoli, quando non sono d’accordo con te.

C’è poi un fatto, presidente Orfini. Come potrai agevolmente confermarti consultando lo statuto del Pd, la segreteria del partito è un organo esecutivo. Esecutivo, capito? La linea politica la decide invece la direzione nazionale, di cui Bindi D’Alema Veltroni Franceschini eccetera erano autorevoli membri, di quelli che orientavano anche gli umori degli altri. O ti sei convinto in questi anni che la democrazia in un partito sia sinonimo di “uno vale uno”? Peraltro in direzione ci si va, un po’ come in parlamento, essendo stati almeno indirettamente eletti (cioè in base agli equilibri stabiliti dalle primarie), mentre la segreteria è fatta di nominati del segretario. Non eri stato eletto in segreteria nazionale neanche tu, vero presidente Orfini? Quindi effettivamente funzionava così, il martedì mattina: la segreteria si riuniva e tu, responsabile cultura, parlavi delle bellissime attività che organizzavi come ufficio cultura e segnalavi i problemi di quel settore; lo stesso faceva chi aveva la responsabilità del sociale, dell’economia, della formazione, dell’organizzazione eccetera, a seconda delle esigenze di calendario. Un po’ come un piccolo consiglio dei ministri insomma. Un esecutivo, appunto. Dove non si fa discussione sull’attualità politica e le prospettive del partito, almeno di norma.

Infine ricordo dalle belle chiacchierate che facevamo spesso allora, e colgo anche nelle tue parole di oggi, che la cosa che trovavi tremendamente seccante è che in quei caffè mattutini venissero coinvolti anche Franceschini e Marino, già avversari di Bersani alle primarie e che lui aveva poi coinvolto nella gestione del partito. Questa cosa non ti è mai andata giù, vero presidente? Ma dico non è più leader chi sa affrontare chi non la pensa come lui, chi è stato suo avversario, e riesce a coinvolgerlo in un progetto comune, rispetto a chi i suoi avversari che al congresso non l’hanno votato li prende a calci tutti i giorni? A meno che non si sottomettano, chiaro.

Con immutata amicizia, un saluto caro.

8 Responses to Lettera a Orfini sul complesso del caminetto

  1. Nicola Arcelli

    Direi che la giornata parte alla grande, meglio che con una Kinder Colazione più, quando ti svegli alla mattina e vedi che qualcuno ha scritto quello che tu hai pensato. Felice di vedere ancora qualcuno con una morale che non cambia a batter di vento! I miei complimenti a Chiara Geloni.
    Nicola Arcelli

  2. nonunacosaseria

    poi se qualcuno mi spiega qual è la differenza tra un caminetto Bersani-D’Alema-Bindi (o chi per ess9) e l’apprendere dal giornale che il PD ora è per l’abolizione della tassa sulla prima casa o favorevole al ponte sullo Stretto (e se non ti va bene sei un gufo rosicone), gliene sarò grato.

  3. Si è persa completamente la capacità di fare un ragionamento logico…..

  4. Claudio Raveli

    Quelli che dicono io non l’ho votato ma, mi somigliano tanto a
    a quelli che sostengono: io non so razzista ma……

  5. Antonio Diviggiano

    Non condivido per nulla il tuo pensiero. Ok, il pd è un partito democratico in cui tutti hanno diritto di dire la loro. Ma negli ultimi 20 anni i D’alema, i Bersani ecc ecc hanno solo urlato senza mai fare nulla di utile per il paese. Trovo giusto ascoltare chi ha esperienza, ma questa esperienza dovrebbe essere messa al servizio del partito e dell’italia e non per giochi di potere. Renzi ha vinto le primarie in maniera schiacciante( io non l’ho votato) quindi è giusto che guidi il partito senza la guerra di pochi vecchi del partito. Non condivido in toto quello che Renzi fa, ma gli riconosco l’impegno per migliorare la fiducia nel nostro bel paese. Forza ita… Ops viva l’italia.

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