Post cosmico: ai compagni della mozione “Bersani incomprensibile” ricordo che Bersani ha risposto a una domanda, e ha risposto ribadendo quella che è la linea di tutta la minoranza Pd, già espressa da tutti i suoi esponenti oltre che da lui stesso: votare sì al referendum costituzionale a determinate condizioni (innanzitutto ovviamente il rispetto dell’accordo nel Pd sull’elettività dei senatori) e a patto che non diventi un plebiscito su Renzi. Del resto la minoranza Pd in parlamento questa riforma l’ha votata: può non piacere ma è così. A chi dice “ma lo è già”, un referendum su Renzi: a ottobre manca molto tempo, vedremo. Può darsi che la minoranza Pd prenda atto che la sua posizione e gli accordi con Renzi non vengono rispettati e cambi idea, oppure può darsi di no. Io non lo so. Adesso comunque conta il parere dei cittadini, non quello dei parlamentari. Quello che so è che se vi aspettate che Bersani annunci un cambio di linea politica facendo il figo da solo davanti a un microfono a margine della presentazione di un libro sulla musica popolare, vuol dire che proprio non conoscete Bersani.
Post scriptum: a questo proposito, di cosa è una notizia e cosa no, proprio ieri avevo avuto un amichevole scambio di idee con Gaia Tortora del Tg di La7, che (il tg) aveva appena detto che la minoranza Pd avrebbe votato no, e quindi se Renzi troverà al suo fianco nel comitato del Sì il solito Verdini, Speranza e gli altri staranno con Brunetta. Un bell’esempio di cosa vuol dire essere cornuti e mazziati, non c’è che dire.
Post-post scriptum: qui c’è l’intervista di Giovanni Floris a Bersani che mi pare aiuti a capire il senso del “cosmico”. Segnalo inoltre un bel post di Peppino Caldarola.
scusa, ma se verso settembre si capisce che il referendum è diventato “un plebiscito su Renzi” che fanno? votano NO facendosi accusare di fare la fronda al proprio segretario nonché unicopremierdisinistraeriformista della storia italiana? si turano il naso e votano SI ma dichiarando che non il loro non è un SI plebiscitario? si astengono?….
e quindi, visto che sbaglierebbero comunque, che dovrebbero fare?
E’ un referendum, i voti si contano e non si pesano. Che si faccia la X sul SI’ con la gioia nel cuore o con tutte le riserve di questo mondo è del tutto irrilevante. Non siamo più in Parlamento dove c’è spazio per fare accordi, peraltro nel caso di specie rimandati ad una legge di là da venire e quindi scritti sull’acqua. Insomma, non ci sono spazi per il “Sì, ma…”: d’altronde la cultura (…) politica di Renzi nega le mediazioni e il binomio l’Italicum/revisione costituzionale ne è la prova più lampante. Mi spiace per Bersani e soci che ancora non lo hanno capito o se lo hanno capito non traggono le necessarie conseguenze: affannarsi a lanciare penultimatum o fissare linee del Piave destinate regolarmente allo smottamento è una posizione di insostenibile ingenuità. Renzi ha cercato questo referendum sin dall’inizio, quando ancora era teoricamente possibile ottenere la maggioranza dei 2/3: a che scopo se non quello di ottenere un’investitura personale? Non credo sia azzardato prevedere che la vittoria del sì avrebbe come conseguenza le elezioni a inizio 2017, con Renzi a dare le carte… e se Bersani dovesse pensare al piccolo cabotaggio, ovvero che il sì al referendum possa essere speso sul tavolo della formazione delle liste, secondo me finirebbe con lo schiantarsi contro un caterpillar.
non credo proprio che bersani voli così basso quando ragiona sulla costituzione.
Benissimo, allora i distinguo sull’universo cosmico non hanno alcun valore. Bersani ritiene che questa sia una riforma da votare, in Parlamento come al referendum. Stop.
Mi auguro di sbagliare, ma ho l’impressione che potrebbe essere l’ultimo atto politicamente rilevante della sua carriera prima di raggiungere D’Alema ai giardinetti.
certi “benissimo, allora” mi fanno pensare che qualcuno abbia problemi non tanto con la politica, ma con la logica. il resto è il suo linguaggio, che si commenta da sé.