Accorgersi di aver letto il racconto della notte di San Bartolomeo proprio la notte di San Bartolomeo è fantastico. Entrare nel racconto della vita di Caterina de’ Medici poche ore dopo aver passeggiato nello studio verde e nei giardini di Chenonceau e aver fotografato il letto della regina è impagabile. Insomma, ci sono libri che ti raggiungono proprio nel momento perfetto per essere letti, e Caterina la Magnifica di Lia Celi e Andrea Santangelo (Utet, 14 euro) l’ha fatto, col fiuto politico di un sovrano rinascimentale.
Ora però non vi consiglio di aspettare il prossimo 23 agosto sera, o di prenotare un appartamento per una settimana a Tours, prima di leggere anche voi Caterina. Ennò, fatelo subito. Vorrete mica perdervi la storia della bambina erede di bottegai fiorentini diventata regina di Francia. La trama, ammettiamolo, è irresistibile. E poi a dirla tutta questo libro non è la biografia della regina Caterina. La biografia è quello che gli autori volevano scrivere, prima di essere travolti. Come da che? Dalla passione e dal divertimento, e dalla curiosità per l’epoca più interessante, strabiliante, straordinaria della storia. Caterina è un pretesto e una scusa, il protagonista è il Rinascimento. È la storia, che incanta e fa ridere (fa ridere davvero eh). Lo so che state pensando a tutta quella successione di guerre e di paci, a quel rompicapo di dinastie che vi ha fatto temere l’esame di storia moderna più della terza guerra mondiale. Scordatevelo. Il Cinquecento è il romanzo dell’estate, e Caterina, la bimba fiorentina concepita come in provetta affinché i Medici incrociassero la storia e i francesi l’Italia, è una protagonista perfetta, cioè imperfetta. Non è bella come una principessa, resta orfana appena nata (del babbo fiorentino, della mamma francese e soprattutto dello zio papa), rischia la pelle un paio di volte prima della maggiore età. E tuttavia… V’è venuta voglia eh? Infatti. Mettetevi comodi. Un macaron prima di iniziare?