Come è noto, sentir dire che Renzi “ha portato il Pd nel Pse” mi suscita una certa, motivata, irritazione. Così stamattina, dopo aver letto la lettera del presidente del consiglio a Repubblica (anzi per la verità già dopo le prime tre righe), ho ripubblicato il mio post di qualche settimana fa in cui spiegavo che il Pd oggi è nel Pse non grazie a Matteo Renzi, ma nonostante quello che ne pensavano Renzi e i renziani, che poi, buon per tutti, hanno cambiato idea.
Siccome qualcuno si è arrabbiato e mi ha insultato dicendo che racconto bugie (ma poi non mi ha saputo spiegare quali bugie), vorrei aggiungere altri due fatti circa coloro che sono stati scelti dal premier come i suoi più stretti collaboratori in fatto di politica estera e relazioni internazionali.
Il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, all’indomani del voto della direzione sull’adesione al Pse scrisse questo commento per Europa. Titolo e sottotitolo mi sembrano piuttosto espliciti.
Quanto al sottosegretario alla presidenza con delega alle politiche europee, Sandro Gozi, ha continuato a partecipare “a titolo personale” alle riunioni dell’Ade (lo schieramento centrista europeo, alternativo al Pse), anche per tutta la legislatura europea 2009-2014, cioè dopo che i deputati europei del Pd, sotto la segreteria Franceschini, avevano aderito al gruppo del Pse.
Si tratta, in entrambi i casi, di “renziani della prima ora”. Questo forse può aiutare a capire cosa si pensava e si pensa, in fatto di relazioni internazionali, nell’entourage stretto del premier. E come mai è stato così difficile, per i segretari che l’hanno preceduto (e tuttavia ci sono anche riusciti), costruire l’approdo del Pd nel campo della sinistra europea.
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Ma non ha senso parlare di renziani della prima ora in un’epoca in cui il renzismo non esisteva ancora. Semmai a Renzi va riconosciuto proprio il merito di essere andato contro il parere di tanti suoi sostenitori saliti sul carro.
No. Quelli saliti sul carro erano in maggioranza già favorevoli all’adesione al Pse
Ok, obiezione accolta. Riformuliamo: a Renzi va riconosciuto il merito di essere andato contro il parere di tanti suoi sostenitori contrari all’ingresso nel PSE. Resta che definirli “renziani della prima ora” è improprio, non è che Gentiloni e Gozi siano nati con Renzi. Non dimentichiamoci poi del parere contrario di tanti antirenziani della prima ora, come Fioroni e Bindi.
Va bene. Resta che non capisco contro chi “si è battuto” per portare il Pd nel Pse. Contro se stesso e i suoi sostenitori? E se erano contrari, come mai aver portato il Pd nel Pse ora è un merito da rivendicare?