Inizia che lei è su una spiaggia un pomeriggio d’agosto con tre bambini nervosi e annoiati. Lei ha iniziato questo libro, la sera prima. Allora dice ai bambini: dai che vi racconto la storia di Ulisse. E loro sbuffano no, la sappiamo la storia, è Ulisse quello del cavallo, e poi è una storia da grandi. Lei comincia lo stesso, proprio come ha letto nel libro: Ulisse era il re di Itaca, che era un’isoletta piccolissima bianca, piena di sassi e di capre, dentro un mare blu, e un giorno partì perché tutti i re a quel tempo partivano per provare a sposare la donna più bella del mondo, che si chiamava Elena. Succede che una dei tre bambini nervosi si chiami Elena, ed è fatta: racconta!
Succede che quando lei ha raccontato tutto quello che ha letto nel libro, e anche quel poco che inoltre si ricordava della storia, i tre bambini seduti sull’asciugamano ancora insistono: racconta! Vent’anni in mare, e poi cos’è successo? Racconta! Non vogliamo sapere solo Polifemo, vogliamo tutte le storie! Vent’anni! Succede che anche dagli asciugamani vicini diverse signore dicono: non le dispiace vero, se ascoltiamo. Racconta! E lei capisce Omero, dev’essere andata più o meno così, allora. Uno che racconta, e gli altri: racconta!
Succede che lei torna dal mare e va avanti a leggere, e si rende conto che della storia romana ancora ancora, vivendo a Roma più o meno ce l’hai nell’orecchio, ma della storia greca niente, come non averla mai studiata: zero. Si ricorda che lei era anche bravina a scuola, ma un certo giorno volendo essere gentile col ragazzo del banco davanti che annaspava, gli suggerì: Pericle! E invece la risposta era: Temistocle!, ma lei li aveva sempre confusi, che figuraccia. Dopo aver letto questo libro, non le potrebbe risuccedere mai, di confonderli, Pericle e Temistocle. Che Pericle era bello e predestinato, Temistocle imbroglione e spregiudicato, Pericle era limpido e Temistocle misterioso, Pericle era Obama e Temistocle chissà, forse Andreotti.
Lei pensa: come ce la insegnano male la storia, a scuola. Perché l’impero romano è meglio di Beautiful, che sarà anche una frase paracula da retrocopertina ma è vero. Perché c’era il divorzio, allora, ed era una cosa tranquilla e accettata, per cui il Mastella di turno, ma magari imperatore, se cambiava alleato faceva anche cambiare marito alla figlia, e venivano fuori delle storie fantastiche, delle famiglie incredibili. Storie di donne, soprattutto, misconosciute e grandissime, ritratti meravigliosi e tragici. Storie di grandi uomini resi indimenticabili, finalmente.
Insomma, il libro è di quelli che ti dispiace quando finiscono, ed è questo. Leggetelo.
Didone, per esempio. Nuove storie dal passato
Mariangela Galatea Vaglio
Castelvecchi editore
14 euro